Scheda Libro

Psicopatologia generale - Christian Scharfetter - Giovanni Fioriti Editore

Psicopatologia generale
Una introduzione

Prezzo: 34 €

Autore: Christian Scharfetter

Casa editrice: Giovanni Fioriti Editore

Anno di pubblicazione: 2004

ISBN: 88-87319-43-x

Compare di nuovo nelle librerie italiane, dopo qualche anno di assenza, la Psicopatologia generale di Christian Scharfetter, ora tradotta a partire dalla sua quinta edizione tedesca, e così ancora più aggiornata, ricca e rigorosa. L'assenza di questo «piccolo gioiello della trattatistica psicopatologica» ­ così lo definì Bruno Callieri quando, circa dieci anni or sono, mi consigliai con lui per un testo introduttivo alla psicopatologia generale ­ è risultata particolarmente penosa a chi versi ogni anno nella condizione di introdurre nuove generazioni di psicologi e medici in primo luogo al punto di vista generale e alle metodiche costitutive della psicopatologia, e poi allo studio delle funzioni psicologiche, all'analisi rigorosa della loro composizione dimensionale, alla definizione delle patologie che derivano dai fenomeni di devianza e di restrizione di tali strutture. Da questo punto di vista, il testo di Scharfetter avanza di molto sulla trattatistica più recente, spesso deludente e confusa nel tentativo di conciliare orientamenti osservativi e diagnostici inomogenei (fenomenologici, psicodinamici, nosografici à la DSM). Può essere sufficiente, per dimostrarlo, la lettura dei capitoli dedicati alla coscienza, sapientemente divisi in «coscienza», «Io-coscienza», «coscienza di esperienza e coscienza di realtà», nei quali si rinnova la tradizione jaspersiana, in una forma e con una sapienza classificatoria che, nonostante numerose e varie frequentazioni, non sono riuscito a ritrovare in alcun altro manuale contemporaneo. Rivive in Scharfetter quella capacità di cogliere, descrivere e denominare le modalità dell'esperienza e del comportamento umani e di renderli oggetto di una prima, concreta, ostensione topografica che costituisce, insieme, l'orientamento quotidiano e il supporto vitale di ogni successiva analisi e riflessione psicopatologica. E c'è grande attenzione alla possibilità di restituire una sistematica il più possibile universale, che attraversi culture ed etnie senza prendere a modello nessuna di esse: si guardi alla grande cura dedicata alle riflessioni sul concetto di norma ­ nel bilanciamento tra l'aspetto strutturale e quello convenzionale di quest'ultima ­ all'attenzione rivolta alla varietà e pervasività della norma, che risulta allo stesso tempo fondamentale e ineffabile nelle varie situazioni interpersonali (nei rapporti gerarchici e di potere, in famiglia, nel gruppo di pari, ecc.); si osservi, ancora, come a tale complessa definizione si raccordi, nel testo, la definizione della dicotomia sano/malato, un piccolo capolavoro di Scharfetter nella direzione di offrire criteri applicabili a culture diverse, e non appiattiti su forme stereotipe di pensiero. L'intera, cospicua, Introduzione del libro svolge il compito tutt'altro che immediato di far capire cosa differenzi una psicopatologia osservativa da corpi disciplinari senz'altro più conosciuti e frequentati, quali la psichiatria e la psicoanalisi: si parte ­ e anche qui Jaspers è di casa ­ dalla personalità dello psicopatologo, dal suo più corretto atteggiamento clinico ­ sobrio, attento, che rifugge da osservanze e appartenenze teoriche ­ e si giunge alla intrinseca difficoltà epistemologica e clinica della definizione di sintomo e sindrome. Qual è il rapporto tra sintomo e teoria clinica? Cosa permette di cogliere la differenza tra esperienze e comportamenti sintomatici e non? Infine, come giungere alla realizzazione della qualità patognomica di un sintomo o di una sindrome, come passare da un quadro clinico alla specificazione di una malattia e all'approntamento di una terapia? L'attenzione dedicata, in questa prospettiva, al processo di diagnosi e di diagnosi differenziale è forse tra le parti più ricche e complete dell'Introduzione, e offre specifici orientamenti e forme di comportamento al giovane aspirante clinico. E poi c'è, pressoché per ogni sintomo, un piccolo resoconto clinico delle parole del malato, o del protocollo osservativo che ne ha consentito la rilevazione; è un insegnamento per noi tutti: ogni considerazione va il più possibile sostenuta empiricamente; in psicopatologia spiegazioni e interpretazioni non si susseguono e inanellano l'una all'altra come punti di vista della filosofia; non c'è teoria clinica ­ sembra assurdo doverlo ribadire, ma è necessario ­ che si estenda al di là del continuo riferimento al «caso» clinico, in quel limitato orizzonte che il caso stesso definisce.

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