Scheda Libro

Quel che Lacan diceva delle donne - Colette Soler - FrancoAngeli

Quel che Lacan diceva delle donne
Studio di psicoanalisi

Prezzo: 24,5 €

Autore: Colette Soler

Casa editrice: FrancoAngeli

Anno di pubblicazione: 2005

ISBN: 978-88-464-6876-5

Trent’anni fa – per la prima volta dopo Freud – Lacan introduceva qualcosa di nuovo riguardo al sesso nell’esperienza analitica, mettendo a nudo una difficoltà a pensare il proprio della femminilità. Ciò che l’inconscio dice dell’essere uomini e dell’essere donne resta un pungolo nella dottrina. Se, con Freud, nell’inconscio non albergano che pulsioni parziali, e in materia d’amore – di “relazione d’oggetto” – la scelta narcisistica è primaria, come spiegare l’attrazione fra i sessi? La risposta freudiana evidenzia la mancata rinuncia alla madre, oggetto primordiale. Freud ha poi tentato di convertire questa spiegazione anche al femminile. Ma ha incontrato sorprese e smentite, riconoscendo, alla fine, un fallimento. Il suo celebre “che vuole una donna?” si potrebbe tradurre in: “l’Edipo fa l’uomo, ma non la donna”. Si è dovuta attendere la seconda metà del secolo – con Jacques Lacan – perché in questo campo si introducesse del nuovo, quella al di là dell’Edipo che Lacan mette in riferimento alla logica: la differenza fra i sessi si può formulare distinguendo due tipi di godimento, in nome dell’opposizione di due logiche, quella del “tutto fallico” per l’uomo e del “non tutto fallico” per la donna. Fino a quali conseguenze sono state portate, oggi, queste tesi sulla sessuazione formulate da Lacan? Lo “scandalo” che Lacan ha lanciato è ancora tale o si è ridimensionato? E che strada ha percorso, che risvolti ha assunto? Questi gli interrogativi che guidano l’autrice nella sua analisi del femminile a partire da Lacan, condotta con l’intento di chiarire e rendere attuale la portata dei contributi specificamente lacaniani sulla controversa questione della differenza fra i sessi nell’inconscio e nella civiltà. Si può cogliere oggi, in questo inizio di XXI secolo, come – nella civiltà – una sovversione sessuale fosse già in corso e come la psicoanalisi, per poco, non ne mancasse la mira. Da un capitolo all’altro, la “logica della sessuazione” sottende tutto il volume, collegandosi anche ad un momento clinico cruciale: la fine dell’analisi. Se anche la clinica della fine dell’analisi dipende dalla logica del non-tutto, perché non chiedersi in che modo questi due aspetti siano tra loro correlati? L’autrice evidenzia così nuovi, possibili, scenari del discorso analitico, arricchendo di spunti di riflessione originali gli studi del campo lacaniano.

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