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Su gli stati misti della psicosi maniaco-depressiva
Prezzo: 7,75 €
Autore: William Weygandt
Casa editrice: Edizioni ETS
Anno di pubblicazione: 1995
ISBN: 88-7741-843-5
Esaurito
Nella storia della Psichiatria molteplici sono gli esempi di uno strano destino che segna alcune diagnosi: un iniziale grande successo, un oblio più o meno completo e quindi, dopo anni e talora decenni, un inaspettata loro riproporsi.
Un pari destino ha segnato gli Stati Misti per circa 50 anni rimasti al centro della riflessione psichiatrica e per i successivi 40 relegati in posizione marginale nella trattatistica e nella ricerca, perché considerati o relitti senza vita di una obsoleta psichiatria atomistica, divorata dalla compulsione tassonomica, o vacue formulazioni fenomenologiche prive di qualsiasi concretezza clinica.
E' al movimento neokraepeliniano che si deve la riproposizione degli stati misti all'interno della psicosi maniaco-depressiva (vale a dire all'interno dei disturbi dell'umore bipolari) e la loro rifondazione, in accordo alla primitva concezione weygandtiana e kraepeliniana, seppur scarnificati dalla semeiologia nord-americana e ridotti dalla loro pluralità sindromica alla singolarità della "dysphoric mania" o "mixed mania".
La riproposizione degli stati misti suscita interesse non solo per i suoi risvolti pragmatici (diagnosi, prognosi, e trattamento), ma anche euristici consentendo di prospettare e verificare nell'ambito dei disturbi dell'umore stimolanti modelli teorici (modello bipolare, modello del continuum, modello bidimensionale e triangolare).
Il concetto di stato misto, proposto da Kraepelin (nell'edizione del suo trattato del 1896) e successivamente rielaborato da Weygandt (nella monografia del 1899), è stato nuovamente ripreso da Kraepelin (nell'edizione del 1904) nella veste concettuale e nella specificazione fenomenica elaborate dall'allievo: Weygandt ha quindi contribuito in modo sostanziale alla definitiva elaborazione kraepeliniana degli stati misti che si è mantenuta sino ai nostri giorni.
Il pensiero di Weygandt, puntuale e ricco di considerazioni cliniche e di argomentazioni teoriche (quali quelle inerenti alle interazioni tra i vari sintomi), delinea i confini nosografici (la psicosi maniaco-depressiva) entro cui il ragionamento psicopatologico sugli stati misti si snoda e coglie l'elemento fondante e peculiare di questa inesauribile multiformalità di espressioni fenomeniche nella labilità e instabilità affettiva.
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